16.04.2018
Il 16 aprile 1943 a Basilea il ricercatore Albert Hofmann scoprì "per caso" l’LSD. Quel venerdì, il chimico dell’azienda farmaceutica Sandoz, ingerì involontariamente il dietilammide dell'acido lisergico (abbreviato LSD).
L'LSD venne applicato quale medicamento nella psicoterapia. L'Università di Zurigo, dopo una prima serie di esperimenti sull'uomo, pubblicò un rapporto nel 1947 in cui definiva la sostanza un aiuto efficace per evidenziare i problemi dei pazienti. Gli esperimenti si moltiplicarono.
Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, l'LSD divenne uno strumento spirituale, mistico e religioso, allontanandosi dalla ricerca e dalla cura delle patologie psichiatriche. Negli Stati Uniti in particolare, divenne la droga "numero uno" del movimento hippy. La protesta giovanile scatenò un'ondata repressiva e la scoperta di Hofmann divenne oggetto di una dura campagna mediatica. Nel 1966 la Sandoz cessò la sua vendita e un anno dopo l'LSD venne messo al bando.
Ecco alcuni estratti dal libro di Albert Hofman, LSD il mio bambino difficile.
“Venerdì scorso, 16 aprile 1943, a pomeriggio inoltrato ho dovuto interrompere il lavoro in laboratorio e farritorno a casa. Ero affetto da una profonda irrequietezza, accompagnata da leggere vertigini. Mi sono sdraiato e sono sprofondato in uno stato di intossicazione niente affatto spiacevole, marcato da una immaginazione particolarmente vivida. In una condizione simile al sogno, a occhi chiusi […], riuscivo a scorgere un flusso ininterrotto di figure fantastiche, di forme straordinarie che rivelavano intensi giochi caleidoscopici di colore. […]
Era chiaro, adesso, che l’LSD era stato la causa dell’insolita esperienza: le percezioni alterate erano dello stesso tipo, solo molto più intense. Dovetti lottare per parlare in maniera intelligibile. Chiesi al mio assistente di laboratorio di accompagnarmi a casa. Andammo in bicicletta. Sulla via del ritorno, cominciai a sentirmi perseguitato. Ogni cosa nel mio campo visivo fluttuava ed era distorta, come se fosse vista in uno specchio ricurvo. Avevo inoltre la sensazione di essere bloccato nello stesso posto, anche se il mio assistente mi disse, in seguito, che avevamo pedalato di gran lena. […] "
"Mi adagiai su un divano. L’ambiente circostante aveva assunto ora aspetti più terrificanti. Tutto nella stanza si attorcigliava, gli oggetti familiari e i mobili presero forme grottesche e sinistre. Erano in continuo movimento, animati, come spinti da un’irrequietezza interna. […] Ogni sforzo di volontà, ogni tentativo di arrestare la disintegrazione del mondo e la dissoluzione del mio io, parevano vani. Un demone mi aveva sopraffatto, aveva preso possesso del mio corpo, dei miei pensieri, della mia anima.
La sostanza che avevo voluto sperimentare mi aveva sconfitto. […] Lentamente ritornai da un mondo strano, non familiare alla rassicurante realtà quotidiana. L’orrore si era placato e aveva ceduto il terreno a una sensazione di gioia e di gratitudine, riapparvero percezioni e pensieri più normali; ero quasi sicuro ormai di aver scongiurato definitivamente il pericolo della pazzia.
[…] Avevo vissuto un’esperienza assolutamente reale nella sua dimensione inquietante, inquietante perché l’immagine dell’altro mondo, quello familiare, era ancora preservata nella coscienza, accessibile per il confronto. […]"