22.03.2021
A marzo 2020 il mondo si trovava in lockdown.
Per molti una grande parte della socializzazione si concentra attorno all’uscire con amici e famigliari, e questo spesso interessa anche il consumo di sostanze ricreative come l’alcol. Con la chiusura dei locali notturni, la cancellazione di festival e la confusione ai programmi abitudinali, c’è da chiedersi se le persone durante il lockdown primaverile hanno cambiato il loro consumo di sostanze.
Per rispondere a queste domande, l’osservatorio europeo per le droghe e le tossicodipendenze EMCCDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction) e l’ente per il sondaggio globale sulle droghe (Global Drug Survey, GDS) hanno formulato indipendentemente dei sondaggi con lo scopo di capire come l’uso ricreativo di sostanze è cambiato a seguito del lockdown primaverile 2020.
I risultati di queste ricerche hanno evidenziato diversi temi comuni su come le persone si sono ‘adattate’ al lockdown. Noia, ansia, solitudine, e stress sono state le ragioni principali che i partecipanti ai sondaggi hanno fornito per motivare il loro comportamento rispetto al consumo di sostanze. Un tema comune a tutti è l’aumento del consumo di alcol. In questo periodo particolare, l’uso di questa sostanza sembrerebbe riflettere delle modalità di consumo specifico che si distinguono tra: un’assunzione elevata di alcol consumata in poco ore (fenomeno conosciuto come il binge drinking); un consumo più frequente dilatato di alcol in generale, o una combinazione di queste due modalità di consumo.
L’aumento del consumo di alcol è quindi avvenuto nonostante la chiusura di bar e locali notturni dove solitamente l’alcol viene consumato. D’altra parte, se alcuni contesti (setting) non sembrano essere un fattore principale nel aver incoraggiato il consumo di alcol, la chiusura di alcuni luoghi di incontro e il divieto di manifestazioni hanno influito sul consumo di altre sostanze. Durante il lockdown di primavera si è infatti registrato una diminuzione nell’uso di stimolanti come la MDMA e la cocaina e quindi di sostanze ‘predilette’ in specifici luoghi o setting. La diminuzione nell’uso di stimolanti a livello Europeo è stato anche confermato dall’analisi indipendente delle acque di scarico condotta nel rapporto dell’EMCDDA.
Anche per quanto riguarda il contesto svizzero, il sondaggio covid 19 di Infodrog durante il primo lockdown, ha confermato queste tendenze rilevando una diminuzione nell’uso di stimolanti come l’ MDMA o anfetamine ma un aumento in particolare di sostanze come alcol, tabacco e canapa.
Questi studi mostrano che il primo lockdown ha chiaramente influenzato l’uso di sostanze. Molti dei trend evidenziati in queste ricerche sembrano voler indicare un tipo di risposta ‘emotiva’ rispetto alla pandemia dove l’uso di sostanze subentra come un meccanismo di resistenza, protezione e altro. In futuro sarà importante per coloro che operano nel campo della salute, della prevenzione e della riduzione dei rischi, poter capire gli effetti del consumo di sostanze a breve e lungo termine dopo periodi di lockdown, e capire se l’aumento del consumo di alcol continuerà anche dopo questi periodi particolari, o se diminuirà.
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EMCCDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction)